Cetto c’è, senzadubbiamente, il film di Giulio Manfredonia, segna il grande ritorno al cinema di Cetto La Qualunque, l’indimenticabile personaggio creato e interpretato da Antonio Albanese.
Non si sapeva che fine avesse fatto Cetto La Qualunque, il politico calabrese corrotto e scorretto, dopo la sua elezione come sindaco di Marina di Sopra. Ma in questi dieci anni Cetto non è sparito, anzi si è ritirato in esilio in Germania e ha abbandonato l’aspirazione politica per dedicarsi ad altro. È diventato, infatti, un imprenditore, che ha aperto una catena di successo di ristoranti e pizzerie. Il segreto della su fama sta anche nel pensiero che i tedeschi hanno di lui, considerato alquanto eccentrico e bizzarro, soprattutto a causa delle sue strambe convinzioni, come quella secondo cui il paese alemanno è una terra di conquiste o quella che vuole la mafia un brand italiano di altissima qualità. Cetto La Qualunque non si è sistemato solamente dal punto di vista professionale, ma anche nella sfera privata. Ora ha una bellissima moglie tedesca, un figlio e due suoceri neonazisti, che lo vedono con lo stesso occhio “simpatizzante” con cui guardano i migranti.
L’imprenditore, però, non ha dimenticato la sua patria, l’Italia, e presto si presenta anche l’occasione giusta per farvi ritorno, la zia che lo ha accudito sin da bambino è grave e vorrebbe che il suo amato nipote torni a farle visita prima che sia troppo tardi. L’anziana sul letto di morte ha riservato a Cetto un saluto speciale, è intenzionata infatti a rivelargli quali sono le vere origini. La verità sui suoi natali cambierà la sua esistenza per sempre, quella dei suoi cari…e anche il destino di tutti noi.
PANORAMICA SU CETTO C’È, SENZADUBBIAMENTE
Cetto c’è, senzadubbiamente è il capitolo conclusivo della Trilogia d’u pilu (laddove per pilu si intende l’organo genitale femminile o le donne in generale) ed è la cronaca della terza disavventura, stavolta estera, di Cetto La Qualunque, uno dei personaggi più comici e irresistibili di Antonio Albanese.
Cetto è un imprenditore calabrese corrotto che non rispetta né la natura né il gentil sesso e che sogna montagne di cemento al posto dei prati e dei fiori. Ignorantissimo, si esprime di frequente attraverso avverbi da lui inventati: “tralaltramente”, “infattamente”, “senzadubbiamente”, “qualunquemente”. Proprio quest’ultimo ha dato il titolo al primo film che lo ha visto protagonista nel 2011 e nel quale il nostro diventava sindaco di Marina di Sopra. La sua seconda apparizione al cinema, Tutto tutto niente niente, risale al 2012 e ci mostrava un Antonio Albanese che si faceva letteralmente in tre, interpretando, oltre a Cetto, altri due suoi personaggi celebri: Rodolfo Favaretto e Frengo Stoppato. Preceduto da una campagna di marketing virale, Qualunquemente è stato presentato al Festival di Berlino e in un mese di programmazione ha superato i 15 milioni di Euro di incasso. Tutto tutto niente niente è andato meno bene, nonostante un’ottima partenza.
Il debutto di Cetto La Qualunque in tv risale al 2003, quando è apparso sugli schermi Rai all’interno di Non c’è problema. Il grande successo è arrivato però nel momento in cui Albanese ha collaborato con la Gialappa’s band in Mai dire Domenica e Mai dire Lunedì, e soprattutto grazie al programma Che tempo che fa del sabato condotto da Fabio Fazio, di cui nel 2007 è stato ospite fisso. Sceneggiato dallo stesso Antonio Albanese insieme a Pietro Guerrera, Cetto c’è, senzadubbiamente è un film fortemente voluto dai fan del personaggio, che da anni chiedevano al suo inventore di farlo tornare. Sbalordito dalla situazione politica del nostro paese, Albanese si è reso conto che Cetto rischiava di trasformarsi in un moderato e che forse doveva riapparire adeguandosi all’air du temps e facendosi ancora più trasgressivo e potente. E difatti, come si vede dal trailer del film, Mr. La Qualunque diventa addirittura Re e molesta sia la democrazia che la cultura, dicendo che ormai nessuno ha più voglia di leggere i libri.
Il regista di Certo c’è, senzadubbiamente è sempre Giulio Manfredonia, che aveva diretto per la prima volta A.A. in E’ già ieri, remake della commedia americana Ricomincio da capo. Dai film precedenti il cast di Cetto c’è, senzadubbiamente prende in prestito Lorenza Indovina, Maria Rosaria Russo e Davide Giordano, mentre la new entry è Caterina Shulha, attrice bielorussa che abbiamo visto in Non sono un assassino e Hotel Gagarin.
CRITICA DI CETTO C’È, SENZADUBBIAMENTE
Per la sua terza apparizione sul grande schermo, che poi è il nuovo e conclusivo capitolo della Trilogia d’u pilu, Cetto La Qualunque torna in pompa magna e aspira addirittura a diventare re. Ciò lo rende un tirannico monarca? Inspiegabilmente no, perché per Albanese e Pietro Guerrera è il mondo intorno a lui ad essere peggiorato e a invocare addirittura un ritorno alla monarchia. E visto che è di sovrani che si parla, Manfredonia opta per una cornice da favola, una favola che, a ben guardare, nasconde gli orrori dell’oggi senza però diventare satira feroce. Più che malevolo e quasi luciferino Cetto è buffo, sempre corretto ed egocentrico, per carità, ma fa ridere per la sua goffaggine e i suoi sproloqui. E poi l’ex sindaco di Marina di Sopra è archetipico e per questo si dimostra adatto a ogni epoca e ogni forma di governo. (Carola Proto – Comingsoon.it)
Leggi la recensione completa del Film Cetto c’è, senzadubbiamente.
CURIOSITÀ SU CETTO C’È, SENZADUBBIAMENTE
Si tratta del terzo film che porta al cinema il personaggio di Cetto La Qualunque, dopo Qualunquemente del 2011 e Tutto tutto niente niente del 2012.
Il film è il capitolo conclusivo della cosiddetta Trilogia d’u pilu.
Il figlio di Cetto, che si chiama Melo (interpretato da Davide Giordano), si ritaglierà in questo film il suo spazio, a differenza dei capitoli precedenti.
Il giorno dell’uscita nei cinema del Il Re Leone, versione live-action del classico Disney, è stata diffusa una clip, che strizza l’occhio al film disneyniano. Nella sequenza Cetto, indicando uno stuolo di ragazze in bikini, dice al figlio Melo che un giorno tutto quello (le ragazze, appunto) sarà suo; chiaro riferimento alla scena del film d’animazione in cui Mufasa dice a Simba che tutto ciò che viene illuminato dal sole un giorno sarà il suo regno.
FRASI CELEBRI DI CETTO C’È, SENZADUBBIAMENTE
Dal Trailer Ufficiale del Film:
Zia: Prima che io muoia, tu devi sapere la verità: sei figlio di un principe!
Cetto La Qualunque (Antonio Albanese): La democrazia non può garantire più niente, un re sì!
Cetto La Qualunque: Oggi scriviamo una pagina che entra nei libri di storia, ammesso che qualcuno abbia ancora voglia di leggere ‘sti cazzo di libri!
Cetto La Qualunque: Viva la monarchia, ‘nto culo a Cavour!
Moglie: Ma cosa fai, mi paghi? Sono tua moglie!
Cetto La Qualunque: Ah, scusa! L’abitudine! Scusa…
FOCUS SU CETTO C’È, SENZADUBBIAMENTE
Antonio Albanese al cinema, oltre Cetto La Qualunque:
Cetto c’è, senzadubbiamente è la nuova commedia con Antonio Albanese, che torna a indossare le vesti, la furbizia e la corruzione di Cetto La Qualunque, uno dei suoi personaggi più spassosi e rinomati. Terzo capitolo della Trilogia d’u Pilu, il film è stato diretto, come i due precedenti, da Giulio Manfredonia, informazione che bisogna tenere a mente, visto che per molti il film nel quale l’imprenditore calabrese aspira a diventare Re delle due Calabrie è diretto dall’attore. E invece no, e se dietro alla macchina da presa c’è Manfredonia è perché A.A. lo conosceva bene e lo apprezzava, avendo lavorato con lui nella commedia del 2004 E’ già ieri, remake di Ricomincio da capo.
Antonio Albanese ha incontrato il cinema solo nel 1993 e lo ha frequentato soprattutto negli ultimi anni. E’ stato regista e attore, o solamente attore. Ha portato sul grande schermo alcuni suoi noti personaggi e ha fatto ridere in modi molto diversi. E’ stato anche scelto per dar vita a personaggi drammatici, rivelando un lato di sé inedito e interessante. I film che ha diretto denotano tutti una grande capacità di comprensione della realtà e, quale più quale meno, lasciano trasparire una certa dolcezza. E’ il caso soprattutto di Contromano, che ha affrontato il tema dell’immigrazione “alla rovescia”, raccontando la storia di un uomo che decide di riportare in Africa il venditore ambulante di calzini che rischia di rovinargli gli affari. Contromano si affida a una comicità anche amara ed è arrivato in sala 12 anni dopo Il nostro matrimonio è in crisi, che ha tutt’altro tono e tutt’altra trama. Interpretato anche da Aisha Cerami, Dino Abbrescia e Shel Shapiro, nasceva dall’osservazione di un fenomeno molto in voga all’inizio degli anni Duemila: le comunità New Age con i loro Guru, che poi sono gli antenati dei contemporanei motivatori o Life Coach. Anche se meno “potente” di Contromano, era comunque per Albanese un tentativo di lasciare a casa, almeno per un po’, la sua spassosa galleria di personaggi e di affidarsi, da attore, più alla parola che alla gestualità frenetica o alle irresistibili espressioni di tante sue maschere, maschere che, invece, avevano attraversato le due opere precedenti: Uomo d’acqua dolce e La Fame e la sete. Se nel secondo comparivano, infatti, Alex Drastico, Ivo Perego e Pacifico, il protagonista del secondo, che si chiamava Antonio, somigliava ad Epifanio Gilardi, con cui condivideva “occhialoni” e gestualità. Il personaggio si esibiva inoltre in una danza indiavolata, sulle note del brano “Maniac”, che nessuno dimenticherà facilmente.
Da attore di cinema Antonio Albanese ha fatto 22 film. Già nel secondo, Vesna va veloce, ha avuto in sorte un personaggio che non è affatto divertente ma che lo ha portato dritto alla candidatura al David di Donatello come miglior attore non protagonista. Nemmeno il Felice Tespini di Tu Ridi (dei Fratelli Taviani) faceva sbellicare dalle risate, o meglio era solo lui a sbellicarsi dalle risate, anche se involontariamente e solamente nel sonno. Già da questi primi esempi, appare chiara la stima che i grandi autori hanno avuto e ancora hanno per Albanese, che si è imbattuto in diversi maestri o comunque registi di un certo spessore. Per Gianni Amelio l’attore è stato l’indistruttibile ottimista Antonio Pane, protagonista de L’intrepido, mentre in Giorni e nuvole di Silvio Soldini ha prestato il volto a un signore che perde il lavoro e si abbatte profondamente. Ne La seconda notte di nozze di Pupi Avati, infine, ha interpretato un uomo buono e decisamente in carne, realizzando il suo sogno di ingrassare liberamente per un ruolo.
In sedici anni di cinema Albanese si è anche cimentato nella grande commedia all’italiana, o piuttosto una sua versione aggiornata, affiancando Kim Rossi Stuart in Questione di cuore di Francesca Archibugi, storia di un’amicizia fra due cardiopatici. Questa è una delle migliori performance dell’attore, che ama lavorare in coppia e che non saprebbe scegliere fra i suoi numerosi compagni d’avventura. Di sicuro ha amato duettare con Sergio Rubini in un episodio di Manuale d’amore 2, così come ha adorato improvvisarsi ladro di reliquie insieme a Fabrizio Bentivoglio ne La lingua del Santo. Il suo sogno d’attore, però, era dividere la scena con Carlo Verdone: lo ha realizzato grazie a L’abbiamo fatta grossa, dov’è stato l’attore teatrale spiantato Yuri Pelegatti e dove, secondo alcuni, ha superato il suo mentore.
Di recente, l’inventore di Cetto La Qualunque ha collaborato con il regista Riccardo Milani e l’attrice Paola Cortellesi. I tre hanno unito le forze per Mamma o papà e per Come un gatto in tangenziale, commedia di grandissimo successo che ha valso al nostro la candidatura al David di Donatello per il miglior attore protagonista, il Ciak d’Oro come migliore attore protagonista e il Nastro d’Argento per il miglior attore di commedia.
INTERPRETI E PERSONAGGI DI CETTO C’È, SENZADUBBIAMENTE
Attore | Ruolo |
---|---|
Antonio Albanese | Cetto La Qualunque |
Nicola Rignanese | Pino |
Caterina Shulha | Petra |
Gianfelice Imparato | Venanzo |
Davide Giordano | Melo |
Lorenza Indovina | Carmen |
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